PRIMO POST DI UNA SERIE DI LEZIONI
SUI TEMI DI BASE DELL'ECONOMIA
SUI TEMI DI BASE DELL'ECONOMIA
Per
chi pensa che l'economia sia mettere le monetine nel salvadanaio, per
chi crede che i soldi siano una merce, per chi non ha proprio le basi
minime del funzionamento di questa COSA che non sarà una scienza, ma
non è neppure biada per capre.
- I SOLDI
- VALUTE, RAPPORTI DI CAMBIO E SVALUTAZIONI
- IL SISTEMA BANCARIO
- AZIONI, OBBLIGAZIONI, BUONI DEL TESORO, TITOLI DERIVATI
- LE TASSE
- SPESA PUBBLICA, DEFICIT E PIL
Non è facile cercare di
riassumere in poche parole, quelle che il lettore medio riesce a
sopportare, un insieme di nozioni sulle quali si sono scritti interi
volumi. Ed è questo il guaio : quei volumi non li legge nessuno,
forse neppure quelli che dovrebbero …
Da dove iniziare ?
Proviamo dai soldi …
CAPITOLO I : I
SOLDI
All'inizio della Storia umana non esistevano. Ogni essere umano si procurava con le sue stesse mani quanto gli serviva, essenzialmente cibo, fabbricando, sempre con le sue mani, qualche attrezzo elementare che lo aiutasse ad uccidere le prede, a scuoiarle, a rivestirsi con la loro pelle.
Mano a mano che i gruppi
umani si sviluppavano, cominciarono a dividersi il lavoro : tu
fabbrichi archi, io fabbrico frecce, e cominciarono a scambiarsi gli
oggetti, archi, frecce, ….. ecc
In che modo? Negoziando.
Tante frecce in cambio di tanti archi.
E non sempre ci si metteva d'accordo. Perché? Perché la percezione del VALORE di chi produce le frecce è diversa da quella di chi produce gli archi. Dieci frecce per un arco, dice il produttore di frecce; no, venti, dice il produttore di archi.
E non sempre ci si metteva d'accordo. Perché? Perché la percezione del VALORE di chi produce le frecce è diversa da quella di chi produce gli archi. Dieci frecce per un arco, dice il produttore di frecce; no, venti, dice il produttore di archi.
Era il baratto. Ma quanto valeva una freccia, o un arco ? Chi lo sa ! Non esisteva un modo univoco per assegnare un valore alle cose.
Il solo modo possibile era il valore di scambio, quanto dell'uno per quanto dell'altro. Quando le cose da scambiare divennero molte il baratto divenne estremamente complicato : serviva una merce di riferimento, e venne trovato l'oro.
Questo
metallo aveva dei pregi : era incorruttibile (non si ossida) ed era
SCARSO in natura. La
scarsità dà VALORE alle cose.
L'erba, lontano dalle zone desertiche, è tanta, ed ha poco valore.
L'erba, lontano dalle zone desertiche, è tanta, ed ha poco valore.
La sabbia, nei deserti, è
infinita, e non ha alcun valore.
La
scarsità dell'oro lo trasformò in MONETA ! Le monete antiche non
avevano più o meno valore in funzione dell'effige imperiale su
queste impressa, ma solo in funzione del loro PESO in oro.
Certo, non bastava. Erano di oro puro? O leghe di oro e rame?
E chi lo sa …
Certo, non bastava. Erano di oro puro? O leghe di oro e rame?
E chi lo sa …
Ci
voleva una Garanzia : quella di una ZECCA, cioè di un ente
credibile, di STATO, che coniasse quelle monete in ORO “zecchino”.
Ma
ogni moneta d'oro valeva MOLTO (scarsità) e quindi era poco idonea
agli scambi economici di merci di poco valore (cioè non così
scarse). Fu così che vennero coniate anche monete di altri metalli,
come il bronzo. Il bronzo non valeva molto, ma se le monete erano
coniate dalla ZECCA di Stato, e solo da questa, restavano
relativamente “scarse” e rigidamente collegate al valore della
moneta aurea. 20 monete di bronzo per una d'oro, ad esempio.
Con
l'avvento della produzione di carta e poi della stampa, il passaggio
da moneta a banconota diventa automatico.
Ma COSA attestava il valore di quelle monete bronzee o cartacee ?
Ma COSA attestava il valore di quelle monete bronzee o cartacee ?
La
loro convertibilità in oro: 20 monete di bronzo per una d'oro.
In
teoria, e qualche volta anche in pratica, chi possedeva abbastanza
monete di bronzo poteva convertirle in un numero inferiore di monete
d'oro. Questa convertibilità durò a lungo, sino a quando il
presidente statunitense Richard Nixon, il 15 agosto 1971, annunciò a
Camp David la sospensione della convertibilità del dollaro in oro.
Già, perché i soldi non bastano mai, specie quando si fanno le
guerre, e l'oro, come già detto è SCARSO.
Da
allora “stampare soldi” è diventato un hobby statale molto
diffuso. PRIMA, ad ogni Dollaro stampato doveva corrispondere una
precisa quantità di ORO. Così per tutte le altre valute.
Ora non più, e l'oro è tornato ad essere una merce.
Ora non più, e l'oro è tornato ad essere una merce.
Ed
ecco IL PROBLEMA : gli scambi delle origini erano facilitati da un
riferimento CERTO di valore : l'ORO, che grazie alla sua scarsità
era un valore di riferimento stabile.
Le
valute moderne, invece, hanno un valore variabile, manipolabile,
slegato dalla scarsità, visto che la disponibilità mondiale di
denaro è immensa, e visto che si possono produrre, volendo, in
quantità illimitata. Questa assenza di riferimenti certi confonde le
idee alle persone.
I
soldi, siano essi banconote fisiche o CREDITO su un CC bancario,
vengono visti come se fossero una merce, e non un semplice tramite
per gli scambi.
Prima
di quel fatidico 15 Agosto 1971 ogni banconota rappresentava una
“cambiale” dello Stato, un “pagherò” in oro zecchino, a
vista, dietro semplice presentazione alla Banca.
Oggi
le banche non hanno in CASSA neppure l'intero importo dei versamenti
dei correntisti !
La
nozione di denaro è distorta, ma sono ancora SOLDI, quelli senza i
quali non puoi comprare nulla, non puoi sopravvivere.
Ciò
che però HA VALORE,
sia nell'età della pietra, che oggi, non sono i soldi,
cioè gli strumenti adottati per facilitare gli scambi, ma gli scambi
stessi, cioè le merci o servizi che gli esseri umani si scambiano.
Non è cambiato nulla nei millenni : il produttore di frecce vuole 10
$ per ogni freccia che produce e pensa che un arco non debba costare
più di 100 $ ; il produttore di archi pensa che il suo arco valga
200 $ se una freccia ne deve costare 10 …
Certo
che se il produttore di frecce si accontentasse di 5 $ a freccia,
forse anche lui potrebbe cedere il suo arco per 100 $ … ma il
produttore di frecce è ostinato …
Si
può ben capire che qui il problema non è che la valuta usata per lo
scambio sia il $ oppure una diversa valuta : il problema è che il
produttore di archi è disposto a cederlo solo in cambio di 20
frecce, non di 10. E' il rapporto di valore che conta.
L'arco
e la freccia, in sé, non hanno alcun valore assoluto.
Come risolvere il problema ?
Come risolvere il problema ?
Un
modo frequente è cercare di truccare le carte in tavola : il
produttore di frecce produce in un paese con una valuta collegata al
$ : supponiamo Pesos. 1 $ = 1 Peso.
Da
domani il Governo stabilisce che 1 $ = 2 Pesos.
Il prezzo delle frecce era di 10 Pesos = 10 $.
Ma col nuovo cambio 10 Pesos sono 5 $. Il produttore di archi (in un altro paese) ha risolto : può scambiare il suo arco, che vale per lui 20 frecce, con 200 Pesos, cioè 100 $. Il produttore di frecce dovrebbe essere contento : un arco per i 100 $ che lui voleva pagare, ma poi scopre che per 100 $ deve produrre 20 frecce, non solo 10. Eppure la sua valuta adesso è più competitiva !
Il prezzo delle frecce era di 10 Pesos = 10 $.
Ma col nuovo cambio 10 Pesos sono 5 $. Il produttore di archi (in un altro paese) ha risolto : può scambiare il suo arco, che vale per lui 20 frecce, con 200 Pesos, cioè 100 $. Il produttore di frecce dovrebbe essere contento : un arco per i 100 $ che lui voleva pagare, ma poi scopre che per 100 $ deve produrre 20 frecce, non solo 10. Eppure la sua valuta adesso è più competitiva !
La
svalutazione non lo ha aiutato a stabilire un diverso rapporto di
scambio, nonostante il fatto che il produttore di archi gli sia
venuto incontro, dimezzando il prezzo iniziale, da 200 a 100 $.
Se il produttore di archi avesse mantenuto il suo prezzo, di frecce ce ne volevano 40 …
Davvero un bell'affare la svalutazione …
Se il produttore di archi avesse mantenuto il suo prezzo, di frecce ce ne volevano 40 …
Davvero un bell'affare la svalutazione …
Tutto
questo dovrebbe far capire come siano privi di fondamento tutti i
discorsi sulle valute sovrane, sul valore di cambio competitivo, ecc,
ecc. Ciò che conta è il valore di SCAMBIO attribuito alle merci,
realizzato con il tramite di una valuta, una qualsiasi.
In questo mondo di SOLDI si usano le VALUTE, più o meno una per ogni organizzazione statale.
CAPITOLO II : VALUTE,
RAPPORTI DI CAMBIO E SVALUTAZIONI
In questo mondo di SOLDI si usano le VALUTE, più o meno una per ogni organizzazione statale.
Sono
anche chiamate monete “sovrane”, perché in passato erano emesse
dal Sovrano, cioè comunque dallo Stato, in una forma o nell'altra.
Unica eccezione l'€, che è moneta condivisa da più stati, ma
anche il $, tutto sommato, è una moneta condivisa tra più stati, se
è vero che gli USA sono “Stati Uniti” d'America.
Sappiamo
che ogni valuta ha un diverso valore rispetto all'altra : diciamo che
c'è un rapporto di cambio. Oggi 1 € vale 1,07 $, ed ha toccato il
valore di 1,5 $ per ogni €.
Quindi
l'€ si è “svalutato” rispetto al $, oppure, viceversa, il $ si
è rivalutato rispetto all'€.
Come
e perché ? Cosa significa?
Parlando
dei soldi abbiamo detto che una valuta vale l'altra e che ciò che
conta è il “rapporto di scambio”
tra le merci.
Poiché, però, le merci da scambiare sono infinite, è impossibile stabilire un rapporto di scambio se non passando attraverso uno strumento di tramite come le valute.
Poiché, però, le merci da scambiare sono infinite, è impossibile stabilire un rapporto di scambio se non passando attraverso uno strumento di tramite come le valute.
Per
effettuare delle transazioni economiche non importa quale sia la
valuta : le parti in gioco stabiliscono la valuta di scambio e
negoziano sulla base di quella. Si possono usare, in ambito
internazionale, le valute che si preferisce, più spesso Dollari.
Il prezzo in quella valuta è il risultato dell'incontro tra la domanda del bene e la sua offerta. Cambiando valuta, cambia il numero che, in quella valuta, esprime il medesimo prezzo.
Il prezzo in quella valuta è il risultato dell'incontro tra la domanda del bene e la sua offerta. Cambiando valuta, cambia il numero che, in quella valuta, esprime il medesimo prezzo.
Se
la Germania quota un macchinario in $ alla Cina, visto che il $ NON è
la moneta della Germania, e neppure quella della Cina, la sola cosa
che interviene nella transazione economica è il valore attribuito
dalle parti a quel bene, espresso in Dollari, e dando al Dollaro un
potere d'acquisto su base locale, tedesca e cinese, che le parti
giudicano liberamente. In questa transazione non sono intervenuti l'€
o il Renminbi cinese.
Tuttavia
sia la Germania che la Cina usano, al loro interno, per gli scambi
interni, i pagamenti della spesa pubblica, degli stipendi, le tasse,
ecc una diversa valuta locale. Perché ? Non basterebbe usare il $ o
qualsiasi altra moneta comoda per gli scambi internazionali ?
Le
ragioni, neppure mai, volutamente, chiarite e rese trasparenti hanno
a che vedere con l'esercizio del Potere Statale sui suoi cittadini,
manovrando una LEVA importante : la valuta locale.
Equivale
a dire : io Stato decido che valore avranno i redditi dei miei
cittadini, sovrapponendomi alla loro libera scelta. Infatti
manovrando la leva valutaria, lo Stato può alterare il potere
d'acquisto, e quindi il valore, della valuta locale, agendo su alcuni
elementi che la caratterizzano.
Significa
che il fabbricante di frecce che vuole 100 $ in cambio di 10 frecce
viene costretto a ridimensionare i suoi desiderata, perché il prezzo
di 10 Pesos per freccia, uguale a 10 $ per freccia viene svalutato
dallo Stato. Il prezzo resta 10 Pesos per freccia, ma 10 Pesos adesso
corrispondono a 5 $, non più a 10 $, e quindi il potere d'acquisto
del produttore è dimezzato.
Lui
rimedia subito : raddoppia il prezzo ; 20 Pesos per freccia = 10 $.
Ma
non tutti possono comportarsi così. Chi vive di stipendio,
lavoratori dipendenti del settore privato come del settore pubblico,
non possono raddoppiarsi lo stipendio. Il loro costo del lavoro
viene dimezzato, e così il loro potere d'acquisto nei confronti di
qualsiasi merce estera, ma anche nei confronti del produttore di
frecce, che ha portato il prezzo a 20 Pesos.
Certo,
non tutti i produttori possono raddoppiare subito i prezzi, ma poco
alla volta lo fanno, cercano di recuperare quel valore di scambio che
loro attribuiscono alla loro produzione.
Una
volta recuperato, loro sono FORSE nella condizione di prima ; i
lavoratori no.
FORSE,
perché se il potere d'acquisto dei lavoratori è sceso, anche i
produttori venderanno di meno, e quindi c'è una perdita secca per
tutti.
Un
altro effetto della svalutazione monetaria è quello di svalutare i
patrimoni liquidi.
Se
un correntista aveva 100'000 Pesos sul suo CC, equivalenti a 100'000
$, dopo la svalutazione ha sempre 100'000 Pesos, ma al cambio in $
sono solo 50'000 $. Tutte le merci di importazione costano il doppio.
Non solo : visto che i produttori locali cercano di recuperare il
loro potere di acquisto mirando al raddoppio dei prezzi,il risultato
nel breve-medio termine è che quel patrimoni ha perso il 50% del suo
potere d'acquisto: è dimezzato.
Attenzione
: la SVALUTAZIONE decisa dallo Stato è un furto. Infatti il valore
precedente la svalutazione rappresentava il corrispettivo di un
valore REALE (10'000 frecce).
Dopo
svalutazione con quel capitale si potranno acquistare solo 5000
frecce.
Il
peggio è che la differenza di valore non si trova neppure nelle
tasche dello stato ! Se la cerchi non c'è; il ladro non ha più la
refurtiva. Infatti quel VALORE, frutto di attività economica, si è
in parte dissolto nel nulla, o almeno così sembra.
Così
SEMBRA …. Infatti dobbiamo chiederci come sia stato possibile
“svalutare” la moneta locale, ed anche “perché” lo si sia
voluto e potuto fare.
Una
moneta locale, “sovrana”, perde valore per precisi motivi :
- troppa abbondanza ; se la moneta è “sovrana”, cioè può venire stampata dallo Stato, questo può pagare una parte delle sue spese, di personale pubblico e non, STAMPANDO valuta che prima non c'era. Insomma, invece di usare i soldi delle tasse, stampa della valuta. Lo fa perché i soldi delle tasse non gli bastano.Infatti ci sono solo tre scelte possibili per lo Stato :
- usare le tasse per raccogliere soldi
- stampare carta moneta
- indebitarsi
In genere gli stati fanno tutte e tre le cose, in rapporti variabili : tassano, stampano soldi e si indebitano.
- Usare le tasse, E BASTA, per raccogliere soldi, non cambia il valore della moneta: questa viene soltanto redistribuita, tra i dipendenti pubblici ed i fornitori dello Stato.
- Stampare carta moneta in apparenza non toglie soldi ai produttori di valore, permette di pagare i dipendenti pubblici ed anche i fornitori pubblici. Ma con CHE COSA ? Con dei soldi che NON VALGONO NULLA, perché sono FALSI, in quanto non corrispondono a ricchezza prodotta. Però, siccome sono indistinguibili da quelli veri, diventano veri, emessi dallo Stato, e compensano le transazioni economiche. Ma cosa accade ? Ne circolano di più. Tanta gente che in assenza di quei soldi non avrebbe potuto comperare merci, ha i soldi per comperarle.
Questo stimola la domanda di merci, e la loro produzione. La maggiore facilità di acquisto, cioè lo stimolo della domanda in assenza di un corrispettivo di valore prodotto, produce la cosiddetta INFLAZIONE ! Infatti i produttori, in genere, non hanno interesse a produrre di più, ma a guadagnare di più, a parità di produzione.
Produrre di più è UNO SFORZO per il produttore, richiede suoi investimenti, assunzioni di personale, maggiori costi, ecc. Perché mai farlo ? La domanda preme ; sarà disposta a pagare di più quello che vuole. Il processo inflattivo, con aumento dei prezzi, si propaga rapidamente a tutti i prodotti, perché ogni produttore vuole recuperare il suo potere d'acquisto.
Quando TUTTI i prezzi salgono è come dire che il valore della valuta scende.
Il rapporto di cambio di quella valuta rispetto ad altre valute ne risente.
Il prezzo delle merci, espresso in una diversa valuta, può anche non cambiare: infatti quella valuta ha conservato la sua relativa “scarsità” , almeno in rapporto alla valuta locale.Una possibile obiezione è : se il produttore non fosse AVIDO risponderebbe ad una domanda crescente con una offerta crescente di merce, a prezzo costante.
Certo, se il produttore non fosse umano, se produrre equivalesse a schiacciare un pulsante e la merce cominciasse a scorrere come l'acqua … Ma così non è, né potrà mai essere.
E se anche i produttori fossero così GENEROSI, significherebbe che ALTRI, semplicemente stampando carta moneta, potrebbero acquistare qualsiasi cosa dai produttori GENEROSI, in quantità illimitata. Ma i produttori perché mai dovrebbero farlo, lavorando, invece di passare anche loro dalla parte dei “compratori facili” che si stampano i soldi a piacere ?
- Indebitarsi : le tasse non bastano, non si vuole stampare carta moneta, o non si vuole stamparne troppa, ed allora si chiedono soldi in prestito.
Nessuno presta soldi per niente : lo fa per un “interesse”, cioè un premio che il debitore paga al creditore, su base periodica, sino al rimborso del debito, Premio espresso come percentuale annua del valore prestato.
Quanto? Dipende dal RISCHIO ! Se il debitore è un cattivo pagatore, è già indebitato sino al collo, non produce valore, cioè ha difficoltà a procurarsi soldi guadagnati, restituirà il debito a scadenza oppure no?
Il rischio ha un suo prezzo. Se il rischio è basso, il creditore si può accontentare di un premio basso, ma se il rischio è alto … Il debito di uno Stato, se è molto elevato, aumenta il rischio di insolvenza del debitore, che è costretto a fare sempre nuovi debiti anche per pagare gli interessi crescenti sul debito pregresso. Più aumenta il debito, meno affidabile diventa il debitore, più aumentano gli interessi, in una spirale senza fine. Grecia insegna, ma non solo.
Quanto vale la moneta di uno stato molto indebitato? Sempre meno. Infatti il valore che quella moneta esprime è sempre meno idoneo a far sperare che il debito possa essere saldato.
La valuta locale perde terreno, si svaluta, e svalutandosi stimola l'inflazione interna, perché i produttori cercano di recuperare potere d'acquisto espresso in quella valuta.
Alla fine il paese si avvita e fallisce, gettando sul lastrico la sua intera popolazione.
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